Cosa si intende esattamente? I 4 stadi della difficoltà | Serie: “Impresa in difficoltà”
Sei un imprenditore sotto pressione per i cambiamenti che la tua impresa deve perseguire? Se hai difficoltà a formulare nuove strategie aziendali efficaci, questo video e la serie di cui questo episodio fa parte ti forniranno informazioni e soluzioni utili.
Benvenuto, sono Davide Mondaini, fondatore di Mondaini Partners, uno studio di consulenza strategica finalizzata alla trasformazione e al lancio di PMI a base familiare attraverso interventi di riorganizzazione aziendale e ristrutturazione finanziaria.
In questo primo video della mia nuova serie ti parlerò di come riconoscere e analizzare le difficoltà della tua impresa; è il primo argomento che affronto nella serie, poiché acquisire piena consapevolezza della situazione di partenza rappresenta sempre il primo passo per concepire un programma efficace di trasformazione. Ma cos’è una trasformazione di impresa? Quali sono gli obiettivi che si pone? Dobbiamo intendere un cambiamento profondo all’interno dell’organizzazione e del business quindi nella strategia, a livello di persone e di processi; non si tratta quindi di un cambiamento incrementale, ma di un profondo rinnovamento che, appunto, tocca tutti gli aspetti del business e tutti gli aspetti organizzativi e che consente di raggiungere una modifica quasi sempre radicale ma sostenibile nel tempo, migliorando le prestazioni di impresa e, in definitiva, anche il suo valore.
Quindi vediamo ora come riconoscere e analizzare la tua specifica situazione: come ti ho detto, il primo passo è davvero importante.
A tal proposito utilizzerò il nostro modello a quattro stadi: qui sono rappresentati i quattro possibili stadi della difficoltà di impresa, all’interno dei quali il nostro centro studi ha riclassificato le PMI in difficoltà, che ti ricordo essere circa il 75 per cento del totale. Nella parte alta sono descritti sinteticamente i quattro stadi della difficoltà, e subito sotto vengono riportate, sempre sinteticamente, le situazioni di impresa, ovvero che cosa succede solitamente all’impresa in conseguenza del fatto di essere in un determinato stadio; ancora più sotto vengono riportate le relative aree di intervento di cui vi parlerò lungo la serie. Infine, nella parte bassa dello schema, è segnalata un’opportunità che è sempre presente in ogni stadio, che è quella di aprire il capitale per coinvolgere all’interno dell’organizzazione, nei programmi di trasformazione, rilancio terze parti, ovvero investitori industriali o investitori finanziari.
Ora, utilizzando il modello, ti illustro sinteticamente ogni stadio e le relative casistiche in ricaduta, in modo tale che tu possa facilmente ricondurle alla tua situazione specifica.
Parliamo del primo stadio ora, quindi la stagnazione: nello stadio di stagnazione, l’azienda vive una perenne precarietà, non riesce ad essere padrona del proprio destino e tantomeno di imboccare percorsi per creare valore. L’impresa, quindi, è preda di quello che è, a mio avviso, il primo nemico in questo stadio, che io chiamo “inerzia strategica”: non riesce a reagire, non riesce a crescere, risulta debole a livello competitivo e ha grande difficoltà a conseguire risultati economici positivi, significativi e costanti nel tempo. Le aziende in questo stadio necessitano di cambiamenti strategici decisi. Il nostro centro studi stima che, fatto 100 le PMI, le imprese in stagnazione siano circa il 30 per cento, quindi un numero piuttosto importante.
Nel prossimo video, il numero due della mia serie, approfondirò anche, attraverso un caso, le caratteristiche di questo stadio e i relativi nemici da combattere lungo il percorso di trasformazione. Spero che sia tutto abbastanza chiaro. In ogni caso, anticipo che si avrà modo di approfondire tutto all’interno del secondo video.
Passiamo ora al secondo stadio, che è lo stadio delle prime difficoltà di impresa, quando la linea strategica causa un ritardo di intervento: quindi una situazione di stagnazione può degenerare in una situazione di prima difficoltà, una casistica più grave. Queste sono le situazioni in cui più frequentemente l’imprenditore inizia ad acquisire consapevolezza dei rischi, e a volte decide di chiamare uno specialista per affrontarle. È anche vero che, spesso, questo succede anche a me all’inizio, quando ricevo l’incarico: è quasi sempre circoscritto ad alcuni interventi specifici e mirati, che nella testa degli imprenditori dovrebbero essere sufficienti per riportare nell’equilibrio l’azienda. Questo avviene perché subentra un nuovo nemico dei processi di trasformazione, ovvero la resistenza al cambiamento: l’imprenditore è consapevole che deve fare qualcosa per mettere in sicurezza il business e le organizzazioni, ma ha paura di intervenire troppo pesantemente, come invece sarebbe necessario fare, anche perché, in questo stadio, l’impresa registra comunque inefficienza, disfunzioni organizzative importanti, debolezze competitive significative, le stesse prestazioni economiche e finanziarie e i patrimoni cominciano a registrare segni rossi. L’azienda, quindi, in questo stadio necessita di un programma strutturato, direi proprio di un “recupero competitivo”, di cui ti parlerò anche attraverso un recente caso aziendale. Nel video numero tre della mia serie, il nostro centro studi stima che siano circa il 25 per cento, quindi anche qui un buon numero, le PMI collocabili all’interno di questo stadio.
Veniamo ora allo stadio del declino, all’interno del quale il nostro centro stima che sia circa il 15 per cento delle piccole e medie imprese. Riconoscere che l’impresa versa in uno stadio di declino dovrebbe essere semplice: penserà in effetti che i sintomi sono piuttosto evidenti. Vi è un declino importante dei ricavi, una mancanza di strategia, un deterioramento delle marginalità, della redditività. Ci sono squilibri finanziari, personale in esubero e altro… L’azienda qui inizia a registrare perdite economiche significative, assorbire flussi di cassa; qualche volta si inizia anche ad avere difficoltà a pagare gli stessi stipendi, quindi a non riuscire a far fronte, in altre parole, agli impegni finanziari, ma, soprattutto, il problema è che in questi stadi spesso non si sa come gestire la situazione, anche perché la situazione è importante. Bisognerebbe parlare di ristrutturazione, ma questa è una parola difficile, è una parola che spaventa gli imprenditori, spaventa anche spesso i clienti fornitori e le stesse banche, quindi tutto viene un pochettino ovattato, si tende anche a nascondere, a rinviare il fatto di affrontare i problemi per non portarli a galla, e quindi visibili a tutti i portatori di interessi; ma questo capirai che, sicuramente, non è un buon modo di iniziare per affrontare il problema e per risolvere davvero le situazioni, anche perché anche in questo stadio abbiamo dei nemici: il primo si chiama armonia fittizia e il secondo scarso realismo. Di questi nemici, di come uscire da queste situazioni di declino, te ne parlerò diffusamente e in modo approfondito, attraverso il caso aziendale che ti presenterò all’interno del quarto video.
Infine, esaminiamo lo stadio di insolvenza, all’interno del quale il nostro centro studi stima che vi sia circa il 5 per cento delle piccole e medie imprese; con insolvenza si intende la situazione in cui un soggetto economico, solitamente un’impresa, non è in grado di onorare regolarmente, con mezzi normali di pagamento, le proprie obbligazioni assunte. Arriviamo quindi in una situazione molto avanzata di difficoltà, nella quale la sopravvivenza stessa a volte è a forte rischio, gli equilibri paiono deteriorati in modo irreversibile, lo spettro del fallimento aleggia sulla testa dell’imprenditore; i sintomi delle situazioni di insolvenza sono anche qui evidenti, manifestano perdite importanti e che si aggravano via via, un deterioramento progressivo della reattività, ma anche un deterioramento patrimoniale significativo; spesso vi è esubero di personale, ma soprattutto qui abbiamo i creditori sul piede di guerra che devono difendere i propri interessi.
È facile da un certo punto di vista riconoscere i sintomi, quindi riconoscersi all’interno di uno stile di questo tipo, se si hanno questi sintomi; ma, d’altra parte, non è facile uscirne, anche se c’è sempre una soluzione, l’importante è combattere i nemici che anche qui si presentano, che sono il panico e anche la mancanza di coerenza nelle decisioni e di come uscire da una situazione di insolvenza. Ne parlerò in modo approfondito anche attraverso un caso aziendale all’interno del video numero 5.
Ora, per concludere l’esplorazione di un modello che spero che sia d’aiuto per intercettare la tua specifica situazione, ti parlerò di quello che è un altro tema importante, ovvero l’ingresso all’interno del capitale di investitori terzi che possano apportare capitale o nuove competenze, o tutte e due come spesso accade. È molto importante, perché questo tipo di intervento è davvero funzionale in certe situazioni, per trasformare ancora di più, per rilanciare l’organizzazione. Ti parlo approfonditamente di questa soluzione, di questa ulteriore leva, all’interno del video numero 6.
Bene, ora che hai avuto modo di conoscere e analizzare i diversi stadi, dove pensi si trovi in questo momento la tua organizzazione? Quale situazione sta vivendo? È molto importante perché, come ti accennavo in apertura, comprendere dove si è, comprendere in profondità le proprie difficoltà, è il primo passo vero, è indispensabile per concepire e realizzare un percorso di trasformazione virtuosa.
Nei prossimi episodi, quindi, ti analizzerò più da vicino ogni stadio e ti fornirò via via altre soluzioni concrete per trasformare la tua azienda.
Se desideri approfondire gli argomenti che ho trattato fino a qui puoi trovare riferimenti all’interno del nostro sito, dove trovi pubblicazioni e altri documenti che hanno a che fare con quanto trattato in questo video: è quanto tratterò all’interno di tutta la serie.
Ti ringrazio per l’attenzione e ti invito a vedere il secondo video della mia nuova serie; “Come combattere e vincere l’inerzia strategica”.